| grazie della risposta. ho capito adesso la differenza tra amorale e morale e sono d'accordo. tanto per il gusto di commentare, e per immaginare mondi diversi, penso pero' ad alcune societa' tribali in cui si praticavano sacrifici umani (nell'america precolombiana per esempio), in cui l'uccisione di un uomo era vista come un bene, un buon auspicio. certo, anche in questo caso, seguendo la tua distinzione, uccidere rientrava nel campo della morale, cioe' per lo meno non era un atto moralmente indifferente come allacciarsi una scarpa.
quanto alla citazione di nietzsche, viene da 'aurora', se non sbaglio, ed e' la frase che termina una riflessione sulle abitudini morali delle civilta': nietzsche diceva piu' o meno che in ogni civilta' si hanno delle pratiche che a noi sembrano assurde, come il grattare via la neve sotto le scarpe con un certo attrezzo, ma che sono considerate regole essenziali per propiziarsi la divinita'. e cosi' anche noi oggi. con questo nietzsche voleva dire che l'esigenza dell'uomo di aggrapparsi a delle regole morali, e cioe' a delle abitudini inveterate che sviluppano autorevolezza per il solo fatto di essere seguite da tempo immemorabile, e' una esigenza ineludibile, e che da' certezza all'uomo che si sente protetto da tali abitudini nonostante la loro assurdita' (soprattutto se viste da un osservatore esterno). pertanto questa esigenza rende necessarie delle regole morali piuttosto che l'assenza di moralita', nella quale - aggiungo io - l'uomo si sentirebbe solo con se stesso, a dover fare i conti con se stesso, e quindi preferisce aggrapparsi alle regole imposte dalla societa' senza metterle in dubbio (lo stesso nietzsche ne e' uscito pazzo a forza di spogliarsi della morale e trovare la verita', no?).
a questo proposito, e rispondendo anche al tuo commento sul mio punto 3, sono d'accordissimo su quello che dici che la morale cambia non solo da civilta' a civilta' ma anche da uomo a uomo - fermo restando pero' che la societa' ci da' una forma morale ben precisa e difficilmente superabile. oggi c'e' molta diversita' anche a livello morale perche' molti modelli sono in decadenza, ma basta guardare al mondo islamico e si vede una uniformita' morale piuttosto elevata. pero' sono d'accordo che l'uomo sviluppa regole morali personali, anche a prescindere da quelle ricevute. questo dovrebbe essere il salto di qualita' che ognuno di noi e' chiamato a fare, uscire fuori dai modelli dei genitori e farsene di propri. a livello psicologico, questo corrisponde all'uscita dall'inconscio di cui parla jung nel suo 'bene e male nella psicologia analitica', secondo cui l'inconscio si e' sviluppato prima del conscio nell'evoluzione dell'uomo, e quindi raggiungere la piena consapevolezza di se' realizza una maggiore evoluzione - pur tenendo conto del fondamentale ruolo dell'inconscio nella nostra vita quotidiana, senza poter pretendere di escluderlo come si e' fatto nelle epoche passate. e pur tenendo conto, aggiungo io, che 'dover evolversi' e' un'altra istanza morale che fa parte di una visione in un certo senso illuministica della vita, che ancora oggi predomina, e che puo' essere accettata o meno dal singolo.
mi sono dilungato, scusami. ma devo dire che le questioni sono davvero affascinanti e non smetterei mai di parlarne. grazie dell'attenzione e dei tuoi bellissimi video. devo dire che la tua iniziativa sul web, cosi' come di tanti altri, sta producendo cambiamenti a livello di circolazione delle idee. la conoscenza inizia a non essere piu' impartita dall'alto ma e' condivisa e accessibile a tutti. e trovo un gusto particolare nel leggere un libro da voi consigliato e parlarne sul web.
buona fortuna e a presto alessandro
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