Carmelo Bene - Goffredo Fofi

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Mr Dan
view post Posted on 28/5/2009, 14:56




Ragazzi questa è un dialogo, direbbe Galileo, sopra i massimi sistemi :) Ho trovato questo file mentre facevo pulizia nel computer, ,non ricordo dove l'ho trovato. Non è facile da comprendere e seguire se non si conoscono (bene) certi argomenti. Astenersi superficiali.

CITAZIONE
CARMELO E DIO

conversazione rubata da Goffredo Fofi (1998)

GF : Quali sono i tuoi rapporti con Dio?

CB : Dio è nelle nostre mani, in poche parole. Ancora non si riesce a rovesciare questo fatto. Non è Dio che crea noi, ma è sempre l’uomo che ha creato Dio. Con tutto ciò, questo è al di fuori della mia vita monastica, da monaco che detesta ogni laidume… o laicume – laico viene da laido, ci ricorda giustamente il Tommaseo.

Mi dà fastidio anche quanto c’è di cultuale, di rituale in ogni religione. Ma sono – lo sai benissimo – una persona religiosissima. La religiosità è un’altra cosa dall’assiduità cultuale o rituale…

Dio è appunto nelle nostre mani, ci si è messo lui del resto, lo abbiamo messo noi, abbiamo fatto in modo che ci si mettesse, lui si è messo in noi.

GF : Quindi tu pensi di avere un buon rapporto perché hai un buon rapporto con la tua religiosità.

CB : Di gran rispetto, come si rispetta qualunque assenza rispettabile.

Dio è l’Io, Dio ha deposto l’Io, di conseguenza non mi pongo Dio. In questo non ci può essere altro amore che l’amore di Dio, non l’amore per il prossimo, non l’amore per il mondano… per quel sociale che ci sta veramente franando ormai da tutte le parti, e lo sai meglio di me.

Certo, la situazione della razza umana non è che sia così incoraggiante. La Storia non ha esperienza, non ci contempla né noi la contempliamo: i cicli vichiani lasciano i tempi che perdono, ma essa comunque non ha esperienza. Insisto, perché gli studi teologici che mi picco di fare, sono più che un corpus della mia tensione filosofica verso l’atarassia, la sospensione… Al concetto di sospensione io gli do un volto, in teatro e in letteratura e nel cinema… Mi sono sempre interessato e confrontato con la patristica più importante, quella della teologia negativa, perché quella dogmatica non la frequento, da quella dogmatica non mi lascio frequentare. La patristica che conta ha sempre attribuito a Dio una super esistenza e non un’esistenza, se no Dio sarebbe cagionevole e, in questo caso, lo regaleremmo o lo rispediremmo al professor Heidegger e alla sua ontologia… No, Dio super-esiste, non può esistere se no sarebbe fuori dall’esistenza, ecco.

Mi capitò una volta, invitato da Freccero in una trasmissione della Parietti di parlare dei buchi neri del linguaggio, del fatto che noi siamo parlati e non parliamo. Lei mi disse “dammi del tu”, e allora io le dissi “dammi del tu”. “No, no, non me la sento di dare del tu a lei Maestro”, e allora io volevo dire “ma perché? se Sua Santità dà del tu a Dio…”, ma invece io dissi: “Dio non esiste”. Nel senso del verso di Montale: “codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”, ecco un lapsus del linguaggio, vedi ecco fu quello.

Io volevo semplicemente dire che se il Papa da del tu a Dio, puoi dare del tu. Dio dà del tu, Dio è quanto ci manca… scontata l’equazione Io-Dio e scontata anche la morte dell’Io e la morte di Dio, ché queste sono cose che abbiamo già liquidate.

Resta il fatto che in teologia Dio superesiste e in Spinoza non si sottrae nemmeno alla necessità… Ma perché? Perché si è fatto uomo o lo abbiamo fatto uomo, lo abbiamo messo in croce o lo hanno messo in croce – così almeno ci raccontano – e di conseguenza non può sottrarsi alla necessità, non ha voluto sottrarsi alla necessità, non abbiamo permesso che si sottraesse alla necessità. Così, per redimerci, lo abbiamo messo in croce e lo abbiamo fatto risorgere perché ci desse una speranza sull’al di là, a tutto scapito di un al di qua che noi mal frequentiamo, che la gente detesta piena com’è di miscredenti. Soprattutto l’Italia, come l’Argentina e il Brasile e tutti i popoli latini che non hanno fede alcuna.

Mastro Eckart dice che una cosa è Dio e una cosa è la deità, che comprende e abbraccia anche Dio ma che è inconcepibile, che non possiamo assolutamente concepire. Ecco, quanto ci manca è l’Altro con la maiuscola. Quanto ci manca è questo Tu, e l’unico amore possibile è l’amore di Dio, di questo grande assente.

GF : Citando Mastro Eckart già introduci un discorso su questo tuo progetto sui mistici, a partire da San Francesco. Come mai questo interesse?

CB : Attenzione, San Francesco non è un mistico in senso pieno, andiamo piano: è uno che faceva le cose, è fattivo. Questo ‘concento mistico’ che io preparo per conto della Regione dell’Umbria per l’anno venturo, per il fine millennio, è un omaggio a Francesco, ma parte da Jacopone e quindi dal brano di Dante su Francesco e da Angela da Foligno, per arrivare fino a San Giovanni della Croce e a quella grandiosa Maria Maddalena de’ Pazzi, questa ragazzina giovanissima… Va da Angela sull’amor sospetto a Maria Maddalena sull’amor morto…

Insomma, non si può fare a meno dei mistici, dell’esperienza e della frequentazione mistica, anche se molti di essi eran tenuti, allora, da certa chiesa, in odor di eresia. Poi dopo no, tanto è vero che sono Beati e Santi. Ma Teresa D’Avila o Giovanni della Croce non sono solo questo… Giovanni della Croce, oltre che dottore della Chiesa immenso, è immenso poeta. Quindi come non avere attenzione per la mistica, per ‘chi non è in sé’? Come si fa a ignorare o a far senza questo abbandono, senza la cessazione della volontà e di ogni cosa?

Sono d’accordo su quella lezione schopenaueriana che il cristianesimo in questo – cioè nello sprezzo diciamo per la vita – ha più chances dello stoicismo, e che però con lo stoicismo il cristianesimo acquista una marcia in più. Schopenauer nota anche questo. C’è un decadimento del cattolicesimo a mio avviso, che invece ha sempre avuto delle marce in più, tanto da far paura e sgomento a tutt’oggi...

Ma che c’entra il totale sprezzo per la vita con il cattolico condominiale che si aspetta poi un compenso dall’al di là? Io credo in Dio, tanto non mi cosa niente – pensa – se c’è, è meglio che me lo tenga buono… questo ‘non esserci’ che lui non riesce a pensare. E non è che il condominio veda Dio nel prossimo, tutt’altro. Lo sai cosa sia un condominio, e non è che nelle famiglie ci sia poi questo cristianesimo, tutt’altro. La famiglia è il covo del malessere e anche della perversione. E non c’è differenza fra la mala fede dei bigotti laici e la mala fede dei bigotti cattolici, ché la fede è sempre male, una fede che non costa nulla. Nessuno come il cattolico apostolico romano – o come il cittadino, diciamo – è stato così poco credente o ossequioso. Tutto semmai è stato ostentato, per improvvisarsi nobili e perché magari gli venisse conferito un qualche riconoscimento papalino… Ma questo fa parte di certi errori della Chiesa, come ne fa parte l’Inquisizione o tante altre parentesi dalle quali attualmente la chiesa è uscita o sta uscendo, e che però restano imperdonabili.

GF : Hai appena scritto un’autobiografia, che debiti pensi di avere rispetto alla tua infanzia e alla religiosità della tua infanzia?

CB : L’autobiografia è sempre immaginaria, perché non si può ricostruire un’infanzia, l’infanzia onnipotente – vedi Pinocchio, la Fata Turchina che non è più turchina questa volta… Ma l’onnipotenza è… bambina, ovvero lo spettacolo della Provvidenza, quello che Manzoni chiama “la provvida sventura”…

Così una persona, un divenire di persona, che manchi di religiosità è una cosa incompatibile, così come non vi può essere estetica senza etica. Ci confrontiamo dunque con questo falso cultuale, falso rituale che accumuna tutte le religioni e soprattutto quelle monoteiste, perché quelle politeiste non ci hanno mai creduto: era tutta una rappresentazione, tutta una messa in scena…

Perciò non vorrei che questa fede portasse allo sfacelo: è il paradosso della vita, per dirla con Kierchegard.

F.: Ma oltre quello della fede, sempre pensando a un mondo di ieri, c’è l’aspetto della carità…

CB.: Ma la carità, come san Giuseppe da Copertino, “frate asino”, faceva dei danni continui. La sua sì che era una buona fede, anzi era la fede buona. Ma non chiamiamola più buona fede, la volontà è sempre cattiva, non può mai essere buona perché la razza umana pare non sappia permetterselo, perché la storia non ha esperienza. Se la storia avesse esperienza…

Per questo le letture mistiche sono molto più stimolanti, perché nell’estasi, queste persone non sono più in casa, e poi non possono nemmeno raccontarlo. Diceva Lutero: io ho ricevuto il verbo in questo momento, ma se io ne parlo, se lo trasmetto, se ne faccio comunicazione, ecco a questo punto è ‘parola’, anzi un rosario di parole; già ho tradito quanto mi ha pervaso, quanto mi ha visitato… Ecco, si può essere visitati ma non si può essere la Grazia. Si può avere la grazia non sufficiente, la grazia di Rossini, la grazia di Pascal, la spensieratezza e quindi farla finita con qualunque coscienza che sia coscienza del mondano, cioè le ideologie, il sociale, il politico, il condominio, tutto! Farla finita con il ‘cittadino’, ecco.

La coscienza, la coscienza pura è un’altra cosa: non è applicata e non è applicabile a niente. Ecco, questa crudezza della coscienza è ciò che ci spinge a superare se stessi, tutto sommato. Perché poi è se stessi che bisogna superare e mai gli altri. Tommaso Hobbes ha scritto centodue libri sul linguaggio… E’ inutile che i nostri politici laici, cioè laidi, si aggiornino sul Leviatano o sul De cive. Non ha senso, poiché Hobbes è tutto sul linguaggio, tutto è mera nominazione. L’homo homini lupus non è l’uomo che mangia l’altro uomo, ma è il divorar se stessi, è il nada di San Juan de la Cruz, la spoliazione, il vuoto.

Quando io parlo di Dio allora, ne parlo nel senso di San Giovanni della Croce che trovo veramente insuperato e insuperabile e che, per l’occasione dell’anno venturo, per l’omaggio di fine millennio a San Francesco d’Assisi, mi appresto a tradurre faticosamente dallo spagnolo, ché non esistono versioni decenti, non ce n’è una che ne osservi le rime.

Io penso che sia questa religiosità a fare scandalo, non la mancanza di una religiosità. Non ci hai mai pensato che poteva essere proprio questo? E’ l’esame dei buchi neri del linguaggio che io perseguo continuamente… Giovanni della Croce dice a Dio: se tu mi mandi dei messaggeri io non li intendo; parlami tu, perché loro lo dicono balbutendo, “un non so che, che dicono balbettando”.

E in effetti non si può che balbettare… Non si può fare altro che chiosare certe letture mistiche – aveva ragione Lacan – non rimane altro. Il resto è nell’atto, ma quella è l’arte. E l’arte è consolatoria, è decorativa.

L’arte deve eccedere dunque, deve anch’essa sempre superare se stessa, come ha fatto Bernini nelle sue ‘estasi’…

 
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ciampi20
view post Posted on 29/5/2009, 17:22




Che dire...commentare questo post significherebbe oltraggiare la vera religiosità. Posso solo dire che queste connessioni religiosità- linguaggio si ritrovano nei frammenti postumi :
Il credere alla grammatica, al soggeto ed oggetto grammaticale, ai verbi, ha soggiogato finora la metafisica; io insegno ad abiurare questa fede. E' il pensiero che pone l' "io", ma si è finora creduto, come crede il "popolo", che nell' "io penso" ci fosse qualcosa di immediatamente certo e che questo "io" fosse la causa data del pensiero; secondo un'analogia con questa abbiamo "inteso" tutti gli altri rapporti causali. Per quanto consueta e indispensabile questa funzione possa essere, niente dimostra che la sua natura non sia fittizia. Qualcosa può essere condizione di vita e tuttavia falso."
(F. Nietzsche, Frammenti postumi 1884 - 1885)

Che dire..questo signore leggendo queste righe si è davvero messo sotto i piedi il 900 intero. Le grandissime eccezioni come bacon..come piu' in là bernini ecc.ecc.che meraviglia. Quanto ci metteremo a digerire questa roba?Dico la gente quanto ci metterà?ovviamente non lo farà mai..

il maggior peccato contro la religiosità dice c.b. è dire che Dio esiste..deve super esistere...
SOno in ginocchio davanti all'assenza.Siamo quel che ci manca..questa è religiosità!Vedete...prendete ad esempio la confessione, il sacramento..ci ha fatto un video anche serafino massoni..ditemi voi cosa c'e' di religioso..ditemelo..dopo aver letto queste righe ditemelo voi.
 
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1 replies since 28/5/2009, 14:56   1122 views
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