| Ispirato da un dibattito tra amici questa sera, volevo approfondire meglio questo argomento. Partiamo dal principio. Cos'è la coerenza? La coerenza si potrebbe definire come quel rispetto di una condotta comune nel modo di pensare, vedere, agire e interpretare le cose. Essere coerenti significa essere in linea sempre con dei principi morali o ideologici che nella nostra testa campeggiano e bivaccano sereni e tranquilli. Di conseguenza la coerenza è quel rispetto per quei valori-principi-ideali che ognuno di noi ha, senza quindi rinnegarli o tradirli. Il problema (sempre lo sia) nasce quando la coerenza diventa incoerenza, dove questa è chiaramente il venir meno di tutti gli enunciati sopra esposti. Ma perché ho detto (non io sia chiaro) che l’uomo per natura è incoerente? L’ho detto perché l’essere umano oltre ad avere la ragione e il cruccio di poter pensare, è anche dotato d’istinto (soprattutto direi), che è chiaramente più forte di ogni artificio razionale ed è totalmente ignaro di cosa sia la coerenza. La coerenza come già detto segue dei principi, che possono essere logici, religiosi, politici etc.. ma tutti questi sono valori che ci sono stati trasmessi, non provengono da noi; tanto per capirci, l’ideologia comunista non è nostra, ma di qualcuno che prima di noi l’ha elaborata, e in seguito attuata. Essere coerenti con questa significa rispettarla e non tradirla. Ma se uno un giorno sente che quell’ideologia gli va stretta e non se la sente più addosso? Cosa dovrebbe fare? Rispettare la coerenza, rinnegare la propria natura (l’unica cosa che c’è di vero dentro quell’uomo!) per inseguire questo fantomatico valore della coerenza? Ralph Emerson diceva di questo: « Una stupida coerenza è l'ossessione di piccole menti, adorata da piccoli uomini politici e filosofi e teologi. Con la coerenza una grande anima non ha, semplicemente, nulla a che fare. Tanto varrebbe che si occupasse della sua ombra sul muro. Dite quello che pensate ora con parole dure, e dite domani quello che il domani penserà con parole altrettanto dure, per quanto ciò possa essere in contraddizione con qualunque cosa abbiate detto oggi. »
Non serve credo Eraclito per spiegare che tutto scorre, e che noi non siamo mai quelli del giorno prima, e prima d’essere coerenti con qualche principio, dobbiamo prima essere coerenti con noi stessi, e se così facendo si va contro la coerenza di qualche valore chissenefrega.
Essere incoerenti è anche solo il cambiare idea, ammettere che qualcosa che prima non ci piaceva ora ci piace, o che detestiamo qualcos'altro che prima veneravamo. Non voglio fare un discorso estremo, perché nell'uomo chiaramente nel corso degli anni una coerenza di fondo nasce, specialmente quando inizia ad avere una certa età. La psicologia nell'uomo cambia di continuo, specialmente nei giovanissimi (16-20 anni), e mai si arresta. Basta pensare a esperienze che si fanno, a persone che si incontrano, a libri che si leggono, e via a tutto ciò che può farci aprire la mente e scoprire l'inconscio più profondo che ancora non avevamo osato visitare. E quando questo si mostra dobbiamo accettarlo e non respingerlo via. Accusare qualcuno d'incoerenza equivarrebbe ad accusarlo di mangiare o respirare: è naturale e non ci si può fare niente. Non sto facendo un discorso incentrato a dimostrare che questo sia un bene o un male, qua si aprirebbe una questione ancora più complessa che non affronterò qua. Sto solamente dicendo che l'incoerenza è insita già nella parola uomo. La coerenza esiste in matematica, e lì ti fermi. Poi certo, se qualcuno di natura è coerente va bene, ma l'uomo farebbe del tutto per far valere la propria coerenza e la propria onorevole razionalità logica pur di mandare avanti il suo discorso. La coerenza rende le persone più affidabili, ma meglio non affidarsi troppo alla coerenza.
Continuo domani che ho sonno...
Edited by Mr Dan - 21/5/2009, 09:30
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