Utilità dell'arte per capire la storia

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ciampi20
view post Posted on 17/5/2009, 17:12




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Queste osservazioni nascono dalle domande che nell'800 ci si comincia a porre:cos''e la storia, quanto è possibile penetrarla e in che modo? Una parziale risoluzione ce la fornisce l'arte in tutte le sue forme.

La storia è difficile da leggere.Ci sono vari errori ai quali andiamo incontro e vari problemi che sembrano insormontabili.(Qui non partiamo dal presupposto radicale che la storia non esista.Anche se tale tesi sarebbe condivisibile.) L'arte ci può aiutare nella sua lettura. In che senso?
Qui partiamo dal presupposto che lo studio della storia sia possibile ma nello stesso tempo prescindiamo da tutte le filosofie della storia.

I vari errori a cui andiamo incontro sono vari e non mi dilungherò piu' di tanto. Innanzitutto partiamo dal fatto che la storia raccontata attraverso eventi militari, capi rivoluzionari, trasformazione della forma (tirannia, democrazia, oligarchia ecc.ecc.) dello Stato sono elementi sbagliati per penetrare in profondità e capire un'epoca, una civiltà e la sua atmosfera. Ovviamente resta impossibile capire come pensava un ateniese, come sentiva(nel senso di feel) un romano.
Inoltre direi che un errore comune in cui ci imbattiamo è di giudicare un'epoca felice o infelice. La felicità è un criterio non-storico. Già i nostri giudizi su ciò che ci renderà felici cambia a seconda del momento che stiamo vivendo.Desideri raggiunti che sembravano donare la felicità assomigliano molte volte di piu' a sciocchezze. Ciò che rende felici adesso non rendeva felici in passato. Un periodo pieno di guerre possiamo ritenerlo peggiore del nostro. Ma così non pensiamo alla felicità dei vincitori, a quella potenza purificatrice che la guerra porta, alla manifestazione di virtù eroiche. La guerra nasce a causa della noia che subentra in una civiltà, nasce perchè le forze vitali si ribellano alla stagnazione, allo snervamento e all'esistenza di vite misere e angosciate. Quindi il criterio della sicurezza (criterio che nell'opinione comune è diventato il primo nel giudizio su un'epoca, o una civiltà passata). Ma l'argomento della guerra l'affronteremo, se vi interessa, in un'altra discussione.
Nello stesso modo è sbagliato giudicare un'epoca infelice perchè non c'e' diffusione-estensione della cultura. Molte epoche, anche le piu' barbare, avevano una forte moralità e le persone davana la vita per degli ideali o questioni trascendenti. In questo senso non si può giudicare la nostra epoca migliore e piu' felice perchè abbiamo acquistato un'apparenza piu' ingentilita.
Inoltre c'e' il pericolo di trovare il male sempre e solo nel politico di turno, mentre quei problemi sono riferibili a piu' persone e a diversi livelli. Senza contare che considerare una "fortuna" che ad Atene si sia costituita la democrazia è un abbaglio dovuto alla nostra misera e quotidiana visione del mondo ( che segue quella che è "l'opinione comune"). In realtà la democrazia coincide con al decadenza della vita ateniese anche se per noi la democrazia è un valore assoluta!.
I fraintendimenti si moltiplicherebbero a dismisura: molti sono figli dell'oggettiva impossibilità, come ho già detto, di capire come pensava e sentiva la propria vita un ateniese, un romano o anche un personaggio dell'età moderna.
Adesso però, capiti in generale quali sono i problemi, passiamo a capire come l'arte ci può aiutare.
Partiamo dai seguenti presupposti:a)tutto ciò che è spirituale ha un lato storico, quindi mutevole.b) ogni evento ha un lato spirituale grazie al quale partecipa dell'immortalità.
Lo spirito quindi è mutevole ma non caduco. Quest'affermazione è la chiave del nostro percorso. Infatti il nostro obiettivo sarà ritrovare il continuum spirituale della storia.
Per spirito qui intendiamo ciò che è comune all'uomo di tutti i tempi:l'uomo che anela,gioisce e patisce come è stato, com'e', e come sempre sarà. Lo spirito è quella forza che spinge gli uomini in tutte le loro attività libere,spontanee e creative rientranti in molti campi (economia, tecnica, arte, letteratura, musica ecc.). Durante le attività umane si creano delle eccedenze di spirito, di spinta vitale creativa che possono andare a migliorare il prodotto che si stava facendo (ad esempio un artigiano che sta facendo un tavolo lo lavorerà in maniera piu' originale rispetto a ciò che gli era strettamente richiesto). Tutto ciò è comune a tutti gli uomini in qualsiasi tempo. Questo discorso ci aiuta soprattutto quando parliamo della poesia. La poesia rappresenta la forma piu' alta in cui si sedimenta l'universale di una civiltà, il clima intellettuale di una collettività. Il grande artista è grande perchè riesce a portare in sè e ad esprimere l'intima sostanza di un'epoca e la riescono a tramandare imperitura ai posteri. Tali grandi individui hanno un'energia morale e intellettuale molto forte. Meglio diremmo definendo la loro energia come etica, invece che morale (vedere differenza fra eticità e moralità presente nei "Lineamenti di filosofia del diritto"). La grandezza di tali individui ci consente di vedere almeno quel continuum spirituale che però rimane mutevole, come già detto. Ma in parte non è mutevole perchè il nostro punto di partenza rimane l'uomo che agisce, anela e patisce(sicuramente ci sono dell'uomo come lo intende Schopenhauer): la storia è una storia patologica. Come capire chi è un "grande individuo" in modo che ci possa aiutare nel comprendere la storia?
Per capirlo c'e' un criterio specifico: l'insostituibilità di tale individuo. Raffello, Michelangelo, Napoleone sono insostituibili a differenza di tanti condottieri rivoluzionari o capi di Stato o capi militari (quest'ultimi mai grandi nel senso che abbiamo dato a tale parola).

La poesia trae l'universale umano nelle sue piu' elevate espressioni e lo trasfigura in forme ideali rappresentando (non dispersa nella contingenza della quotidianità), l'umana passione in lotta con un alto destino. Gli uomini tutti (anche i piu' umili) si sente accolto in una superiore totalità, nella sofferenza universale.
Un'ultimo errore al quale andiamo spesso incontro e che mi sento di far presente in conclusione è che i poemi epoci popolari sono figli di un autore altrettanto eccelso rispetto all'autore di opere moderne: la nostra mania è l'idolatrare "l'autoriale" che in realtà esprime almeno in uguale misura, se non in misura inferiore, lo spirito vitale di un popolo, di una civiltà del passato.

Edited by ciampi20 - 17/5/2009, 19:05
 
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Mr Dan
view post Posted on 25/5/2009, 14:06




questo topic non è stato commentato, ma spero almeno sia stato letto perché è davvero bello. Difficile e bello.
 
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Dmitrievich2
view post Posted on 25/5/2009, 15:02




io l'ho letto, ed è molto bello. Merita una risposta approfondita e non solo i complimenti
 
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ciampi20
view post Posted on 25/5/2009, 21:21




CITAZIONE (Dmitrievich2 @ 25/5/2009, 16:02)
io l'ho letto, ed è molto bello. Merita una risposta approfondita e non solo i complimenti

Grazie mille ....aspetto risposte interessanti!
 
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3 replies since 17/5/2009, 17:12   164 views
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